Castelbuono Brand

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Un brand per e di Castelbuono. Immaginate di poter riconoscere, in un simbolo solo, tutta l’anima e il corpo del nostro paese. Ovviamente non può riuscirci lo stemma municipale, che deve assolvere ad un preciso ruolo istituzionale, e non basta neppure il castello, simbolo sì pregno di signifcati ulteriori - effettivi e affettivi - ma per certi aspetti comunque vincolante e settoriale [...]. Viene da credere che diffcilmente un simbolo troppo defnito possa risultare suffcientemente inclusivo delle tante sfaccettature che compongono una complessa e stratifcata identità locale. Per questa ragione spesso, in casi simili, si ricorre all’astratto: per innescare l’evocazione di un mondo, anziché la sua rappresentazione. Saranno la diffusione, l’uso, l’associazione di quel simbolo alla vita della comunità - ai suoi eventi, ai suoi prodotti ecc - a renderlo sempre più vettore di significati, fino a caricarlo - col tempo - di senso e farne un marchio indipendente, testimone della qualità che quella comunità ha saputo e sa esprimere. Non sono solo gli addetti ai lavori ad intuire l’importanza di un marchio territoriale in una strategia di sviluppo, turisti- co e commerciale in primis, per l’affermazione dell’identità percepita e la riconducibilità di azioni e prodotti coerenti.

per l’affermazione dell’identità percepita e la riconducibilità di azioni e prodotti coerenti. Infiniti sono gli esempi di grandi e piccoli territori che hanno capitalizzato la riconoscibilità del proprio brand (fa scuo- la l’esempio del Trentino), e tanti cominciano ad essere, anche in Sicilia e anche in realtà a noi limitrofe (vedi Cefalù e Pollina), i comuni che operano oggi valorizzando - all’interno del mare magnum comunicativo e competitivo in cui viviamo - il proprio marchio. Così castelbuono.Org, cogliendo l’occasione del restyling del vecchio “logo del sito”, che risultasse compatibile anche alla nuova informazion turistica che ci proponiamo di offrire, ha voluto lavorare ad un simbolo più ambizioso e ricercare un’icona in grado spiegare questi tredici anni di impegno quotidiano volontario e dedizione per il paese: abbiamo voluto commissionare il marchio del nostro amore per Castelbuono. [...] Ad ogni modo, entusiasti di utilizzarlo e di presentarlo a voi, diamo parola a Studiodrama, lo studio di architettura e comunicazione di Palermo che lo ha realizzato. Una realtà giovane e competente, la cui composizione ci sembrava suffcientemente castelbuonese per conoscere gli antefatti e la delicatezza del compito, ma abbastanza estranea per non rimanerne stordita...

Michele Spallino

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Quando l’impresa di marketing culturale S• ci ha chiesto di partecipare al suo progetto di un brand Castelbuono realizzandone il marchio abbiamo subito compreso di trovarci davanti una sfda diffcile legata ad un territorio che amiamo e viviamo ogni giorno; un territorio punteggiato da elementi di unicità che lo qualifcano come differente da ogni altro territorio grazie a speciali elementi ambientali e risorse di carattere enogastronomico, umano, storico e culturale. Il punto di partenza è stata proprio l’indagine intorno ai margini di questa identità conservata, valorizzata e continuamente rinnovata nel cuore di una Sicilia che scopre nelle comunità delle aree interne, come quelle delle Madonie, un laboratorio unico per coniugare al presente storia e tradizioni nella prospettiva di uno sviluppo che coinvolga ogni generazione attiva nell’isola. Studiodrama, nella convinzione che il senso delle cose derivi dalle idee e dal loro racconto, considera ogni progetto come un dispositivo narrativo; pertanto il concept -il nucleo originario del racconto- da cui è nato il nuovo marchio è stato individuato in una delle più evocative pagine della letteratura castelbuonese dove l’idea stessa di castelbuonesità viene delineata includendo tutte le caratteristiche fondamentali di una condizione unica nel suo genere.

La ‘castelbuonesità’ esiste ed è probabilmente il prodotto sociale e culturale di una condizione ambientale, di un ‘complesso di superiorità’ che fa capo all’orgoglio di appartenere ad una comunità concentrata, per secoli rimasta autonoma ed autosuffciente, e perciò preservata da processi di ‘contaminazione’ e da spinte evolutive esogene, non sofferte e maturate.

Alfredo Mario La Grua, Polittico Castelbuonese, Ed. Le Madonie, 1983
Il racconto che noi abbiamo fatto di questa idea coincide con la forma della comunità: una composizione centrale, un cerchio perfetto con inscritto un elemento astratto che tuttavia rimanda ad una lunga serie di oggetti simbolici scolpiti nella memoria di quel campione della popolazione mondiale che, come scrive Roberto Alajmo, fa coincidere l’ombelico del mondo con la Piazza Margherita a Castelbuono. Questi riconosceranno immediatamente l’inconfondibile - seppur rivisitata - corona a dodici punte della patrona e in questa magari scorgeranno un rimando ad un oggetto completamente diverso, un luogo, una sensazione, un momento mentre tutti gli altri assoceranno al logotipo sottostante un solo angolo di Sicilia, una città conosciuta o anche solo evocativa in quel nome che già prefigura storie vissute e da vivere nell’ombra di un antico maniero.

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